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patagonia 8 novembre

Patagonia – Egger Project 2022 – aggiornamento 03
7 Novembre

Patagonia – Egger Project 2022

Spedizione di Ermanno Salvaterra, Fabrizio Rossi, Roberto Pedrotti e Marquino Scallabrine

Dopo giorni di silenzio sono arrivate news freschissime dalla Patagonia. Il satellitare ci ha permesso di ricevere una mail con riassunti i punti salienti di questi ultimi giorni. Le comunicazioni sono sempre poche e brevi, quindi andiamo a ritroso per arrivare alla novità di ieri: finalmente sono in parete!

Aggiornamento 03
07 Novembre

Non siamo scomparsi. Ieri finalmente in parete. Siamo saliti Pedro e èrman e abbiamo fissato la prima parte easy con 300 metri sul “facile” zoccolo a un tiro dal bivacco Sanadal. Il posto di bivacco che ci ospiterà con le porta ledge. Poco vento ma alla fine si è messo a nevicare. C’era già una scarica bestiale alla base ma ieri abbiamo assistito in diretta alla caduta di un palazzo di ghiaccio di 10 piani. Pedro era sopra di me e l’ha visto in diretta. Io stavo risalendo a jumar e sono stato avvolto da una nube di ghiaccio. Ho avuto molta paura ma sopravvissuto. Poi discesa non facile anche sul ghiacciaio molto crepacciato con neve molle e in cordata. Alla truna Tevuelche (ricordando i poveri Indios) siamo arrivati piuttosto cotti alle 19. Eravamo partiti verso le 8. Un abbraccio a tutte/i ciao.

Aggiornamento 03
29 Ottobre

Il tempo di sistemare le cose rimaste e, dopo esserci goduti l’ultimo ottimo piatto caldo al villaggio, ripartiamo per la Piedra del Fraile. Il rifugio è ancora chiuso, ma dovremo passar lì solo questa notte: domattina, ben prima dell’alba, ci incammineremo verso il nostro deposito. Saremo abbastanza leggeri, trasportando le ultime cose (sacchi a pelo, materassini, fornello, viveri…). Da lì saliremo al Paso Marconi con gli sci, sistemando i sacconi nel punto più adatto a comporre le slitte. Poi passeremo la notte sotto le stelle, al deposito.

Aggiornamento 03
28 Ottobre

Forse questa mattina il maltempo ci concede una tregua… A Ermanno viene in mente che può valer la pena far un salto al Campo Base del Cerro Torre, a una decina di km dal villaggio. Prima era conosciuto come il Campo Bridwell, per poi essere intitolato a padre De Agostini. Anche se Ermanno c’è stato infinite volte, è sempre uno spettacolo ripercorrere quel sentiero, immaginando le tribolazioni dei primi esploratori e pionieri di queste terre: in quegli anni non potevano certo godere di una traccia ben segnalata e a tratti scalinata, con tanto di catenelle nei passi più scomodi (l’avvento del turismo di massa!). Lungo il percorso incontriamo una coppia italiana in viaggio di nozze, conosciuta due sere fa in trattoria. Così condividiamo la camminata, nel boschetto di lengas (un parente del faggio), mentre scendono diversi centimetri di neve. Ermanno racconta la storia di questi luoghi, al Campo Base indica il punto in cui si trovava la baracca che serviva da riparo, cucina, luogo di incontro… Poco più avanti, alla Laguna Torre, ricorda i disagi del Campo Maestri (ormai non più esistente) da cui erano partiti per la prima invernale al Torre. Ma oggi nebbia e foschia nascondono completamente la montagna: i nostri amici italiani, che tra poche ore hanno l’aereo, devono così ripartire senza averla vista…

Alla sera, accettiamo l’invito di un albergatore locale a visitare la struttura Los Cerros (davvero un gioiello) e a prendere un aperitivo. Poco dopo, davanti a un piatto di crêpes, discutiamo i “piani di battaglia”: da domani il meteo promette la finestra che tanto attendevamo!

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