1 Agosto
1945
prima ascensione
Vittorio Ratti,
Emanuele Pelizzari, Vittorio Pifferetti
primi salitori
EST
versante
60
m di lunghezza
VI°
livello difficoltà
La storia dell’arrampicata della Grigna è sempre stata direttamente connessa a quella del Nibbio, struttura rocciosa strapiombante e compatta. Il Corno Settentrionale del Nibbio è stato il primo laboratorio per gli scalatori lecchesi fin dagli anni ’30, che qui hanno sperimentato nuove tecniche e stili di arrampicata. La prima lunghezza coincide in parte con la moderna via denominata Ultimo caffè, 6c.
Salire a sinistra della via Cassin per un breve diedro, poi a sinistra per stretta cengia rocciosa si raggiungere la base di un’evidente fessura.
Salire la fessura verticale che raggiunge una spaccatura obliqua a sinistra che solca due terzi della parete superiore, quale logica direttrice della via, seguendo la fessura si giunge al punto di sosta. Salire per la fessura, fino a raggiungere il muretto finale costituito da un delicato traverso a destra, per facili rocce erbose alla cima.
Facile per sentiero sul versante W, fino a riportarsi alla base della via.
– Scalate nelle Grigne, Claudio Cima – Ed. Tamari, 1975.
– Le Grigne, Eugenio Pesci – Ed. Guida dei Monti D’Italia, CAI, 1998
– Grignetta, un secolo di arrampicate, Pietro Corti e Marco Anghileri. Ed. Novantiqua Multimedia per la Comunità Montana Lario Orientale, 2003.
– Grignetta e Medale, arrampicare nel giardino di Pietra, Pietro Corti. Ed. Novantiqua Multimedia per la Comunità Montana Lario Orientale, 2005.
– Lario Rock Pareti, Pietro Buzzoni – Eugenio Pesci – Ed. Versante Sud, 2011.
• Vittorio Ratti
Credit: Archivio MOdiSCA – Fondo Pino Comi
• Ratti, Cassin ed Esposito dopo la grande e tragica avventura sulla Nordest del Badile.
Credit: Archivio MOdiSCA – Fondo Pino Comi
• Cassin e Ratti, sempre al rientro dalla Nordest del Badile.
Credit: Archivio MOdiSCA – Fondo Pino Comi
• Vittorio Ratti e Gigi Vitali.
Credit: Archivio MOdiSCA – Fondo Gigi Vitali
(Mosca, 1916 – Lecco, 26 aprile 1945)
Tra i migliori alpinisti italiani ed europei degli anni Trenta del secolo scorso, membro del Caai, aveva doti fisiche non comuni e una forza divenuta leggendaria. Oltre all’alpinismo, a cui si accostò attorno al 1933 dimostrando subito una classe superiore, praticò lo sci e il canottaggio. Fu ucciso in piazza Garibaldi a Lecco durante la lotta per la liberazione dai nazifascisti, lasciando la moglie e due figli in tenera età.
Sulla Rivista mensile del Cai (1946, p. 185) si legge che fu «mitragliato a tradimento durante il servizio di pattugliamento nella notte del 26. Vittorio Ratti era conosciuto nel mondo alpinistico per il suo valore dimostrato nelle innumerevoli scalate compiute sia col suo maestro Cassin, che con altri e in modo speciale con Gigi Vitali, pure di Lecco; ma certamente anche per le sue doti di bontà e di modestia che lo resero popolare e amato da tutti coloro che con lui ebbero rapporti. Pur passando per un carattere bonaccione, era anche un carattere fiero e onesto».
Così ha scritto di lui Riccardo Cassin (Rivista mensile del Cai, 1968, p. 303): «[…] La sua generosità lo ha spinto a mettersi in prima fila, la sua potenza leggendaria a credersi invulnerabile: e così cade come solo i migliori possono cadere […]. La sua scomparsa così prematura, oltre a lasciare un profondo dolore in tutti coloro che lo conoscono e lo stimano per le sue doti di uomo e di alpinista, determina un vuoto incolmabile tra i suoi compagni di cordata […]. Generoso, impavido, soprattutto quando era necessario profondere nella lotta ogni risorsa umana, oltre ad una rimarchevole finezza stilistica, possedeva la tenacia granitica del “mangia sass”. Ma Vittorio Ratti, pur possedendo una potenza atletica non comune, era scevro dalle boriose guasconate; carattere gioviale e spensierato, serio e puntiglioso, giungeva ad essere un animatore ed un trascinatore. Irrequieto, intraprendente, rimane una di quelle figure che in ogni epoca colpiscono la fantasia dei giovani […]. 1933. Ci conosciamo […]. Vittorio ha 16 anni. La nostra amicizia si fa più profonda man mano che il suo interesse per l’alpinismo diventa più vivo; gradatamente il fascino delle montagne si impadronisce di lui. Partecipa alla scuola di roccia del gruppo “Nuova Italia” dove ben presto mette in evidenza le sue particolari attitudini di arrampicatore. Dopo un’intera stagione sulle guglie della Grignetta, legati alla stessa corda, i nostri discorsi cadono spesso su altre vette, su altri gruppi più lontani […].
Entusiasmo puro ed amore per la montagna sono le due componenti che lo porteranno, bruciando le tappe, alle più alte affermazioni […]».
-28 luglio (e non 1° agosto): Corno del Nibbio Settentrionale (1368 m, Grignetta), parete est-nord-est, via Ratti-Pelizzari (in origine V+ e A2, la prima lunghezza coincide in parte con la moderna Ultimo caffè, 6c), prima ascensione, con Emanuele Pelizzari (che si è alternato con Ratti in testa alla cordata) e Vittorio Pifferetti.
-15-17 agosto: Torre Trieste (2458 m, Civetta, Dolomiti), spigolo sud-est (740 m, VI e A2, con 60 chiodi, in 27 ore), prima ascensione, con Riccardo Cassin.
-28-30 agosto: Cima Ovest di Lavaredo (2973 m, gruppo delle Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti), parete nord (550 m, VI+ e A1, con 60 chiodi, 54 ore in parete di cui 27 di arrampicata effettiva), prima ascensione, con Riccardo Cassin.
-11 agosto: Campanile di Brabante (2252 m, Civetta, Dolomiti), via Tissi (100 m, VI), nona ripetizione, con Vittorio Panzeri (Cagiada).
-13 agosto: Torre Venezia (2337 m, Civetta, Dolomiti), parete sud-sud-ovest (400 m, VI, con 20 chiodi, in 15 ore), prima ascensione, con Vittorio Panzeri (Cagiada).
-14-16 luglio: Pizzo Badile (3308 m, Masino-Bregaglia), parete nord-est (1000 m, V+ e A2), prima ascensione, con Riccardo Cassin, Luigi (Gino) Esposito, Mario Molteni e Giuseppe Valsecchi. NOTA: Molteni e Valsecchi sono morti per sfinimento durante la discesa.
-17 agosto: Campanile di Brabante (2252 m, Civetta, Dolomiti), via Tissi (100 m, VI), undicesima ripetizione (seconda salita personale), con Luigi (Gino) Esposito.
-18 agosto: Piccola Civetta (3207 m, Civetta, Dolomiti), parete nord, via Haupt-Lömpel (1500m, VI-), prima o seconda ripetizione, con varianti, con Luigi (Gino) Esposito.
-21-22 agosto: Cima Su Alto (2951 m, Civetta, Dolomiti), parete nord-ovest (780 m di cui 330 di zoccolo, VI e A1, con 50 chiodi), prima ascensione, con Germano (Gigi) Vitali.
-18-20 agosto: Aiguille Noire de Peutérey (3773 m, Monte Bianco), parete ovest (650 m, V+ e A2), prima ascensione, con Germano (Gigi) Vitali.
-Corna di Medale (1029 m, costiera del San Martino, Grigne), Via IV Novembre (nota come via Boga, 370 m, V e A1 o 6b), prima ripetizione, con un compagno non identificato.
-6 settembre: Torre del Murfreid (2634 m, gruppo di Sella, Dolomiti), parete nord, breve variante diretta (lungo uno strapiombo assai friabile, VI, con 2 chiodi) alla Via della morte obliqua (C. Covi e J. Hruschka, 22 luglio 1928, 330 m, V- e A0 o V), con Antonio Bodi e Mario Cagnoli.
-Presolana Centrale (2511 m, Prealpi Orobie), spigolo e canalone sud-sud-ovest (V, secondo i primi salitori), prima ascensione, con Vittorio Ratti.
-Luglio: Pizzo Ligoncio (3032 m, Masino-Bregaglia), parete ovest-nord-ovest, via Vinci (600m, V+ e A1), prima ripetizione, con Vitale Bramani.
-G. VITALI, Come vincemmo la parete Nord-Ovest della Cima Su Alto, in “Rivista mensile” del Cai, 1939, pp. 249-252
-G. VITALI, La direttissima sulla parete Ovest dell’Aiguille Noire de Peutérey, in “Rivista mensile” del Cai, 1940, pp. 368-370
-Personalia. Vittorio Ratti, Giovanni Giudici, Alberto Picco, Achille Ripamonti, in “Rivista mensile” del Cai, 1946, pp. 185-186
-R. CASSIN, Vittorio Ratti (1916-1945), in “Rivista mensile” del Cai, 1968, pp. 303-304
L’arrampicata è un’attività potenzialmente pericolosa; chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo!
Tutte le informazioni fornite relative degli itinerari di arrampicata vanno verificate di volta in volta sul posto, come in primis le condizioni della chiodatura e della roccia vanno verificate per ogni salita”. Come anche i tracciati sulle foto e sulle specifiche relazioni dettagliate vanno verificati e/o integrati con le letture delle guide più recenti perché quelli presenti nelle foto del calendario e delle relazioni da noi riproposte si riferiscono ai percorsi originali dei primi salitori.
Il calendario ANDE 2020 “GRIGNA VI° – Storie di uomini e pareti”, è concentrato sul tema di tutti quei valori etici e sociali che nella montagna lombarda, simbolo dell’alpinismo, sono la rappresentazione visiva dell’essenza storica.